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"Freedom" 2025. Olio, sabbia, neon su tela (cm 200x100x3)

FREEDOM

Nazario Zambaldi

Con la "Singolarità" Slavoj Zizek immagina nel suo "Hegel e il cervello postumano" (Ponte alle Grazie, 2021),

che stavo leggendo quando ho ricevuto l'invito di Flavio De Marco, un futuro prossimo che realizza

il progetto di Neuralynk, il cervello connesso direttamente alle macchine digitali

e le menti conesse tra loro... 

Nella prima parte secondo Zizek  il principio di indeterminazione o la relatività aprono

la crisi della qualità ovvero della soggettività.

La rottura di Cantor-Gödel segnerebbe la piena estensione dei paradossi autoreferenziali della soggettività.

Il capitolo del libro di Zizek intitolato “Un trattato sull’apocalisse digitale” descrive il passaggio alla singolarità… la perdita di distanza con qualcosa… là fuori… e a proposito del tempo

e del paradosso del potere dissuasore della minaccia nucleare, parla di “tempo del progetto” (Dupuy),

quello dei profeti di sventura…

L'episodio precedente a Berlino nella perfomance teatrale "L'uomo senza qualità (o l'anti Adamo)"

agiva sullo sfondo di questa "perdita di qualità", ovvero l'indeterminazione generata dal paradigma scientifico

prima di Einstein da Zenone e Cartesio, almeno; il volume che lo accompagnava "Eden"

raccoglieva azioni dell'artista in questa "città senza qualità" alla ricerca di un'unione che si dà solo nell'esperienza. 

La "caduta" di cui parla Zizek riferendosi all'eden e alla perdita dell'unità originaria

riproposta dalla tecnologia, rimane all'interno della prospettiva neurocentrica che sta criticando.

Il paesaggio futuro-presente che si prospetta è quello forse di uno Stato di polizia basato sul controllo digitale,

o di una dimensione di fusione indifferenziata in cui diverrebbe incomprensibile una parola: libertà.

A Milano quindi la traccia di un'esperienza autentica, analogica, inscindibile dal "giardino"

o dalla "cucina", l'atelier dell'artista, irripetibile e che diviene ripetizione nell'alienazione,

nell'esposizione, nella vendita, disseminandosi nella relazione con altre tracce,

la scritta con un pastello olio nero su un foglio bianco, o la parola segnata

con lo stesso gessetto a olio sulla parete dello spazio espositivo

all'apertura del Gran Galà Telepatico.

In occasione di BRAINPHONE Gran Galà Telepatico presso Assab One a Milano

di Flavio de Marco con Alexis Alatsis, Yvonne Andreini, Artemisia, Simone Berti, Cesare Biratoni, Giovanni Blanco, Domenico Brancale, Sergio Breviario, Pietro Capogrosso, Luigi Carboni, Alice Cattaneo, Loris Cecchini, Marco Colazzo, Mario Consiglio, Jonny Costantino, Marta dell’Angelo, Flavio de Marco, George Drivas, Thilo Droste, Meike Droste, Evgeny Dybsky, Elena El Asmar, Daniele Galliano, Ludovica Gioscia, Dimitar Genchev, Philippe Hurteau, Christian Hellmich, Elisabeth Jahrmärker, Sophie Ko, Giovanni Kronenberg, Natalia Kuchko, Francesco Lauretta, Silvia Listorti, Loredana Longo, Marco Neri, Olaf Nicolai, Luca Pancrazzi, Federico Pietrella, Gioacchino Pontrelli, Pierluigi Pusole, Cristiano Pintaldi, Sabrina Ragucci, Andrea Salvino, Alessandra Spranzi, Giovanni Termini, Lilla von Puttkamer,

Ornela Vorpsi, Mirjana Vrbaski, Carlo Zanni.

The "Singularity" that Slavoj Žižek writes about in his book Hegel and the Posthuman Brain (Ponte alle Grazie, 2021) – which I was reading when I received Flavio De Marco’s invitation – imagines a near future where the project of Neuralink is realized: the brain directly connected to digital machines,

and minds interconnected with each other.

In the first part, Žižek argues that the principle of indeterminacy, or relativity, marks the crisis of quality, meaning the crisis of subjectivity. The break between Cantor and Gödel would signify the full extension

of the self-referential paradoxes of subjectivity.

One chapter of Žižek's book, titled "A Treatise on the Digital Apocalypse," describes the transition to singularity… the loss of distance from something… out there… (telepathic fusion). Speaking of time and the paradox of the deterrent power of the nuclear threat, Žižek refers to the "time of the project" (Dupuy), that of the doom prophets.

The previous episode in Berlin, during the theatrical performance The Man Without Qualities (or the Anti-Adamo), was set against this "loss of quality," or the indeterminacy generated by the scientific paradigm that predates Einstein, going back at least to Zeno and Descartes. The accompanying volume, Eden, collected the artist’s actions in this "city without qualities," searching for a union that only occurs through experience.

Žižek’s "fall," referring to Eden and the loss of original unity as reintroduced by technology, remains within the neurocentric perspective that he himself is criticizing.

The future-present landscape that looms is possibly one of a police state based on digital control, or a dimension of indistinguishable fusion, in which a word like freedom would become incomprehensible.

In Milan, then, we find the trace of an authentic, analogical experience, inseparable from the "garden" or "kitchen," the artist’s atelier—unrepeatable and yet becoming repetition in alienation, in exhibition, in sales, scattering through relationships with other traces. The writing in black oil pastel on a white sheet, the same oil pastel writing on the wall of the exhibition space, marks the opening of the Gran Galà Telepatico.

 

On the occasion of BRAINPHONE Gran Galà Telepatico at Assab One in Milan
by Flavio de Marco with Alexis Alatsis, Yvonne Andreini, Artemisia, Simone Berti, Cesare Biratoni, Giovanni Blanco, Domenico Brancale, Sergio Breviario, Pietro Capogrosso, Luigi Carboni, Alice Cattaneo, Loris Cecchini, Marco Colazzo, Mario Consiglio, Jonny Costantino, Marta dell’Angelo, Flavio de Marco, George Drivas, Thilo Droste, Meike Droste, Evgeny Dybsky, Elena El Asmar, Daniele Galliano, Ludovica Gioscia, Dimitar Genchev, Philippe Hurteau, Christian Hellmich, Elisabeth Jahrmärker, Sophie Ko, Giovanni Kronenberg, Natalia Kuchko, Francesco Lauretta, Silvia Listorti, Loredana Longo, Marco Neri, Olaf Nicolai, Luca Pancrazzi, Federico Pietrella, Gioacchino Pontrelli, Pierluigi Pusole, Cristiano Pintaldi, Sabrina Ragucci, Andrea Salvino, Alessandra Spranzi, Giovanni Termini, Lilla von Puttkamer,

Ornela Vorpsi, Mirjana Vrbaski, Carlo Zanni.

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